Nord by Scott Jurek

Nord by Scott Jurek

autore:Scott Jurek [Jurek, Scott]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893427425
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Quando mi svegliai la mattina del ventunesimo giorno, sentii il richiamo di un nuovo capitolo della nostra avventura. L’Appalachian Trail collega luoghi e sentimenti disparati, come nessun altro sentiero di mia conoscenza. Mentre ci avvicinavamo al confine settentrionale della Virginia e alla fettina di Maryland che si trova subito dopo, mi resi conto che stavamo abbandonando il Sud, o meglio, che il cammino e il mondo circostante stavano poco per volta mutando.

Non era stato facile arrivare fin lì, ma c’eravamo riusciti, e quel pensiero era una grande consolazione. Mi ero fatto le ossa, le montagne più antiche del mondo e le loro cime infinite mi avevano reso più forte.

Non che i dubbi e le domande fossero spariti, ma li usavo per alimentare il mio fuoco interiore. A un certo punto, per esempio, avevo incontrato un vecchio podista che mi stava seguendo online. Mi aveva chiesto quanti «zeri» avessi fatto, che nel gergo del sentiero sono i giorni in cui non hai percorso nemmeno un chilometro; molti escursionisti si prendono queste pause di tanto in tanto, per riposare, socializzare, lavarsi e fare provviste. Quando avevo risposto: «Nessuno», aggiungendo che non potevo nemmeno prendere in considerazione un giorno libero se volevo battere il record, era scoppiato a ridere: «Record? Non ce la farai mai. Ti sto seguendo e sei troppo indietro».

Non c’era il rischio che mi demoralizzasse: gli anni delle gare mi avevano reso impermeabile alle critiche. Nessuno si aspettava che un venticinquenne del Minnesota vincesse la Western States al primo colpo, o che uno residente a Seattle (in pianura) trionfasse alla Hardrock 100 (altezza media circa 3.400 m), e di certo nessuno pensava che un quarantenne arenato battesse il record di velocità sull’Appalachian Trail. Nessuno, tranne il diretto interessato. Mi venne in mente una citazione di Theodore Roosevelt stampata sull’opuscolo della «mia» Western States del 1999: «Non è il critico che conta, né colui che indica come anche il forte inciampi […] l’onore spetta all’uomo che realmente sta nell’arena, con il volto segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue; che lotta valorosamente […] che, nella migliore delle ipotesi, conosce alla fine il trionfo delle grandi imprese, e se fallisce, almeno cade sapendo di avere osato abbastanza. Dunque il suo posto non sarà mai accanto a quelle anime fredde e timide che non conoscono né la vittoria né la sconfitta».

La maggior parte delle persone che incontravamo erano gentili, ma c’erano delle eccezioni. Pochi giorni prima JLu si era fermata in una birreria molto frequentata per comprare le patatine fritte. Era troppo sporca per aspettare all’interno, fra i clienti benvestiti, per cui era rimasta all’entrata con alcuni thru-hiker. Uno di loro le aveva chiesto da quanto tempo fossi sul sentiero.

«Diciotto giorni», aveva risposto dopo un rapido calcolo.

«Ho fatto più zeri io di tutti i giorni in cui lui ha corso. Lo prendo come un insulto!» aveva ribattuto il giovane, sorpreso. Prima che JLu potesse replicare, un altro escursionista si era alzato e aveva preso le mie difese: «Ehi, ragazzo, tu pensa al tuo cammino.



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